Sul decreto ancora tante incertezze e Confartigianato chiede l’esonero per alcune categorie e il rinvio delle sanzioni. Matzutzi (Presidente Confartigianato Sardegna): “Gran parte del costo dei nuovi strumenti e delle linee web sulle spalle delle imprese”.
E rimane il problema connessione.
Dal prossimo primo luglio, tutte le attività artigiane e commerciali, con volume d’affari superiore a 400mila euro, saranno obbligate all’emissione dello scontrino elettronico.
C’é ancora qualche incertezza, soprattutto sulla data di inizio del nuovo sistema e sul fatturato, considerato come sul decreto stiano ancora lavorando Governo e Associazioni di Categoria, per ridurre al massimo l’impatto che tale novità potrà avere sulle imprese.
“Non siamo contrari allo scontrino elettronico e ai pagamenti informatici per combattere il nero – afferma Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – però i problemi principali, soprattutto per chi opera in una sede fisica non fissa, rimangono sia la gran parte del costo di un nuovo strumento (per quanto sia previsto un credito d’imposta sull’acquisto dei nuovi strumenti informatici del 50% del costo fino ad un massimo di 250€), sia l’indispensabile connessione alla rete, che non sempre è assicurata”.
Proprio nei giorni scorsi, attraverso uno specifico emendamento, Confartigianato Sardegna ha chiesto anche ai Parlamentari sardi di intervenire con un emendamento per la non applicazione di sanzioni in fase di avvio del nuovo obbligo. “Con l’emendamento – viene spiegato ai Deputati e ai Senatori – viene sancita l’inapplicabilità delle sanzioni nei casi in cui, per i primi sei mesi di obbligatorietà della memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi, l’operazione sia stata certificata con scontrino o ricevuta fiscale. L’inapplicabilità delle sanzioni, al pari di quanto è stato previsto per la fatturazione elettronica, ha lo scopo di evitare, in sede di avvio del nuovo obbligo, l’applicazione di pesanti sanzioni, considerato che ai contribuenti è chiesto di modificare modalità procedurali consolidate da oltre vent’anni”.
In ogni caso, nei giorni scorsi, Confartigianato ha consegnato alla Consulta Tecnica del MEF, Ministero Economia e Finanze, le proprie richieste di modifica del prossimo provvedimento, e la richiesta con le categorie di attività da esonerare.
Confartigianato, inoltre, ha richiesto che l’esenzione riguardi anche i contribuenti che applicano il regime forfetario, poiché questi, non addebitando l’IVA sulle cessioni o prestazioni eseguite, presentano profili di rischio nulli sul versante di tale imposta.
Altra categoria di soggetti e attività per i quali Confartigianato ha chiesto l’esonero dall’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi, è rappresentata da chi attualmente certifica i corrispettivi mediante ricevuta fiscale e opera presso l’abitazione del cliente o in forma ambulante. Questo perché l’obbligo del rilascio del documento “commerciale” all’acquirente al momento dell’effettuazione dell’operazione, imporrebbe all’imprenditore la necessità di dotarsi di
idonei strumenti tecnologici, con caratteristiche di praticità che potrebbero incidere sulla relativa spesa rispetto ad un comune registratore telematico a postazione fissa. La soluzione proposta dall’Associazione, considerata la modalità con cui l’attività è esercitata, è quella di esonerare tali soggetti dal nuovo obbligo e mantenere l’attuale obbligo di certificazione del corrispettivi.
“Rete e strumenti, sono fattori da tenere sempre in considerazione – continua il Presidente di Confartigianato Sardegna – soprattutto per alcuni settori i cui ricarichi sono talmente bassi che l’incidenza del costo di strumenti particolarmente costosi e l’onere di un abbonamento per telefonia mobile, significherebbe dover rinunciare al profitto”.
“Considerato come il Governo abbia già previsto un bonus per l’acquisto dei registratori di cassa, sotto forma di credito d’imposta – propone Matzutzi – noi crediamo che invece sarebbe giusto se lo Stato prevedesse la completa gratuità di tali strumenti e delle linee”. “Nei prossimi giorni – anticipa il Presidente – come Associazione di Categoria faremo una profonda riflessione relativamente a come affrontare il problema a livello
nazionale”. “Nel frattempo – auspica in conclusione il Presidente di Confartigianato Sardegna – contatteremo i Parlamentari sardi chiedendo il loro l’intervento in prima persona, per la risoluzione di questa problematica che interessa tutti gli imprenditori”.
Confartigianato Sardegna ricorda come solo una fetta limitata dei sardi possa beneficiare della banda ultra larga, un servizio ormai essenziale. Un recente studio dell’Associazione di Categoria sull’offerta di accesso ad Internet in banda ultra larga, ha rivelato come la nostra Isola, a livello nazionale, con una copertura del 53,8% della popolazione (dato composto da una quota del 28,5% relativa alla velocità 30-100 Mbps e da una quota del 25,2% relativa alla velocità 100-1.000 Mbps), occupi appena il 15esimo
posto. A livello provinciale sardo, le più fortunate sono le famiglie di Cagliari, il cui territorio è coperto al 72%. Seguono quelle di Sassari (copertura al 55,9%), del Medio Campidano (55%), Carbonia-Iglesias (49%), Olbia Tempio (41,2%), Nuoro (38,6%), Oristano (32,3%). Chiude, ultima nell’Isola e a livello nazionale, l’Ogliastra con solo il 13,2% dei nuclei familiari coperti. Alcune categorie già esonerate dal rilascio dello scontrino:
l’elenco è molto lungo e parte dai tabaccai e da chi vende altri beni
commercializzati esclusivamente dai Monopoli. Ci sono anche i produttori agricoli, i giornalai, e anche i notai, almeno per le prestazioni per le quali sono previsti onorari, diritti o altri compensi in misura fissa, nonché i protesti di cambiali e di assegni bancari. Scommesse e new slot, ma anche la custodia e amministrazione di titoli ed altri servizi resi da aziende o istituti di credito da società finanziarie o fiduciarie e dalle società di
intermediazione mobiliare. Fumisti e i più classici ciabattini, ombrellai e arrotini in forma itinerante. Le sarte e ricamatrici senza collaboratori o dipendenti, calzolai e tutti coloro che vendono cartoline e souvenirs, palloncini, giochi per bambini, gelati, dolci e caldarroste, olive “fusaie” non muniti di attrezzature motorizzate. La vendita di panini e bevande agli stadi, alle stazioni, nei cinema e nei teatri.