Venerdì 27 ottobre a Cagliari si svolgerà una tavola rotonda con esperti e Istituzioni e presentazione dossier: organizza Confartigianato Sardegna. Maria Amelia Lai (Presidente Confartigianato Sardegna): “Troppo pochi 237 GigaWatt prodotti attualmente: possiamo fare molto di più e diventare autonomi puntando su fonti alternative e pulite”. Evento regionale pubblico aperto a imprese e professionisti.
“La sostenibilità energetica delle imprese artigiane. Quali strategie per le nuove sfide energetiche” è il titolo dell’iniziativa di Confartigianato Imprese Sardegna, regionale pubblica aperta a imprese e professionisti, in occasione della “Settimana per
l’Energia e la Sostenibilità” organizzata da Confartigianato in 55 città italiane, in programma a Cagliari venerdì 27 ottobre, con inizio alle ore 10.30, presso il THotel.
L’evento, attraverso una tavola rotonda a più voci, vuole porre l’attenzione sul protagonismo degli artigiani e delle Mpi sulle energie rinnovabili per la costruzione di un futuro sostenibile, attraverso il confronto, tra esperti del settore e Istituzioni.
A confrontarsi saranno Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Paolo Truzzu, Sindaco di Cagliari e della Città Metropolitana, Federico Della Puppa, analista di Smartland, Fabrizio Pilo, Prorettore per il territorio dell’Università di Cagliari, Marco Naseddu, del Centro Regionale di Programmazione della RAS, e Anita Pili, Assessora Regionale all’Industria. Previste anche testimonianze di imprenditori che stanno affrontando la transizione energetica e sperimentando l’autoproduzione.
“Senza energia – afferma Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – non si produce, non si può essere competitivi. E per essere competitive le imprese non possono subire i continui aumenti dei costi energetici.
Dobbiamo ridurre la dipendenza per l’approvvigionamento e puntare sulle fonti alternative e pulite. In questo, serve uno scatto e un impegno convinto e concreto anche da parte della politica”.
A oggi nell’Isola, gli impianti fotovoltaici installati nelle imprese manifatturiere, delle costruzioni e del terziario producono solo 237 GigaWatt. Anche per questo per Confartigianato Sardegna diventa, quindi, strategico puntare sullo sviluppo delle fonti
energetiche rinnovabili, tra cui proprio il fotovoltaico, soprattutto nelle attività produttive. Ma cosa succederebbe se questi pannelli venissero installati su ogni capannone artigianale e industriale della regione? La spiegazione arriverà da una ricerca
commissionata dall’Associazione Artigiana e realizzata da Smart Land, società di valutazioni, analisi e strategie per la trasformazione, lo sviluppo e rigenerazione urbana, che verrà presentata per dimostrare che se il sistema produttivo isolano riuscisse a concretizzare questo progetto, si potrebbe coprire una altissima percentuale di fabbisogno energetico delle attività produttive e quindi avvicinarsi all’autonomia energetica. Conti alla mano, le aziende sarde potrebbero sfiorare l’autonomia e migliorare la loro competitività, non essendo più esposte alla fluttuazione dei costi energetici. Non solo: con l’installazione sui tetti, si eviterebbe il consumo del suolo, rispettando l’ambiente. “Al termine di questa nostra proposta – continua la Presidente – lanceremo una idea di confronto con gli interlocutori istituzionali, anche per individuare strumenti di finanza sostenibile per realizzare, almeno in parte, questo obiettivo”.
Da una rilevazione di Confartigianato, emerge come lo scorso anno il caro- energia sia costato alle piccole imprese italiane ben 23,9 miliardi di euro, con un’incidenza del 6,1% sul valore aggiunto prodotto e un maggior onere del 47,5% rispetto ai prezzi della media dell’Eurozona. Attualmente, nel nostro Paese, i prezzi al consumo di elettricità rimangono superiori del 90% rispetto a quelli del 2019, a fronte del + 42,4% registrato nei Paesi Ue. In Sardegna, la situazione è analoga al resto al Continente Europeo, se non peggiore considerata anche la pesante condizione di insularità. Da settembre 2021 a oggi, le attività isolane hanno pagato per l’energia elettrica quasi 1 miliardo di euro in più rispetto alle condizioni normali.
E gli ultimi dati sulla povertà energetica non sono rassicuranti. Sono infatti 2,2 milioni le famiglie italiane in povertà energetica (PE) ovvero 5 milioni di persone che vivono in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco raffrescate
d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici bianchi. I nuclei familiari più a rischio sono costituiti da un elevato numero di persone, si trovano in condizioni di disagio economico e le abitazioni in cui vivono sono in cattivo stato di conservazione.
“Sin da subito abbiamo accettato la sfida di guidare le imprese sarde verso la transizione green – prosegue la Lai – infatti cresce il numero dei piccoli imprenditori già impegnati a ridurre l’impatto energetico delle proprie attività ma questi sforzi dovranno
essere accompagnati da politiche e interventi orientati ad affrontare la transizione energetica e ambientale. Inoltre, bisogna ridurre drasticamente la burocrazia che, ad esempio, ostacola l’installazione di impianti rinnovabili per imprese e privati ed è
necessario sbloccare gli incentivi, come quelli per favorire l’autoproduzione di energia”.
“Non bastano più i piccoli gesti – aggiunge Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna – stiamo arrivando ad un punto di non ritorno. Dobbiamo impegnarci per raggiungere l’autonomia energetica per non essere costretti a subire
politiche energetiche esterne”. “Le imprese artigiane – conclude il Segretario – devono sapersi adeguare al cambiamento e avranno un ruolo decisivo, ad esempio nella riqualificazione energetica, con tutta la filiera delle costruzioni, ma anche nella
manutenzione dei mezzi di trasporto elettrici”.