No alla paura, sì al coraggio di affrontare i grandi cambiamenti che caratterizzano la nostra epoca: dalla transizione ecologica a quella digitale fino alle riforme istituzionali. Così si costruisce il futuro dell’homo faber. E’ il messaggio emerso da Match Point, l’appuntamento annuale, svoltosi a Roma il 18 e il 19 settembre, in cui Confartigianato ha riunito i vertici delle Associazioni territoriali e Federazioni Regionali per fare il punto, dopo la pausa estiva, sui temi e con i protagonisti dell’attualità economica e politica e sulle sfide che attendono l’Italia e gli imprenditori.

Il titolo dell’evento, “Il futuro dell’Homo faber… fortunae suae”, ha voluto indicare – come sottolineato dal Presidente di Confartigianato Marco Granelli in apertura dei lavori che sono stati moderati da Manuela Moreno, giornalista Rai – “una necessaria assunzione di consapevolezza e responsabilità, da parte degli artigiani e dei piccoli imprenditori e di Confartigianato al loro fianco, su azioni e scelte per costruire il futuro della propria attività economica e per contribuire allo sviluppo sostenibile del Paese. Questo a fronte del fatto che, mai come in questi ultimi anni, l’’ambiente’ che circonda le imprese è attraversato da mutazioni profonde, traumatiche e molto veloci”. Cambiamenti che sono stati analizzati da Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi Confederale, per comprendere meglio dove stiamo andando e quali sono le prospettive delle piccole imprese. Clicca QUI per leggere il rapporto.

E di scenari globali ha parlato Federico Rampini, saggista e giornalista, il quale ha fatto rilevare che “il made in Italy continua a godere di un’ottima immagine in tutto il mondo” e i mercati per noi più significativi sono l’Europa e il Nord America. “Gli artigiani e le piccole imprese – ha aggiunto – devono cavalcare questo trend ma puntando a migliorare il loro livello di digitalizzazione, a sfruttare l’intelligenza artificiale, a impossessarsi della lingua inglese”. Rampini ha poi sottolineato che il problema di reperimento di manodopera qualificata è diffuso ovunque nel mondo e va affrontato rafforzando la formazione tecnica e professionale. “Bisogna – ha detto – ricreare la cultura dell’homo faber. La cosa più nobile che si può fare è fare le cose”.

Le riforme istituzionali rappresentano un’altra delle condizioni per accompagnare lo sviluppo delle imprese. Il tema è stato approfondito da Michele Ainis, costituzionalista, e da Massimo Cavino, costituzionalista e docente all’Università del Piemonte Orientale, i quali hanno analizzato i pro e i contro delle diverse forme di governo a livello nazionale e in ambito locale.

Un tema che è entrato anche nell’intervento del Direttore del Censis Massimiliano Valerii, che ha presentato il 3° Radar Artigiano da cui emerge la centralità dell’impresa artigiana quale baluardo difensivo a presidio della coesione sociale nei territori. A questa valorizzazione del ruolo dell’artigianato si affianca il tema della governance dei territori con la domanda di maggiore autonomia amministrativa, maggiore efficacia, efficienza e vicinanza alle esigenze dei cittadini. Nell’immaginario collettivo l’artigianato è percepito soprattutto come un’opportunità nella ricerca di significato del lavoro anche per i giovani e i valori che gli vengono attribuiti sono il talento, l’abilità, la qualità. Il patrimonio delle imprese artigiane esprime identità, uno stile di vita e un luogo dello spirito.

Match Point non poteva non approfondire uno dei fenomeni di maggiore attualità e che avranno un impatto significativo sulla vita di tutti noi: l’intelligenza artificiale. Anche in questo caso, l’indicazione emersa dal confronto con Edoardo Fleischner, docente di comunicazione crossmediale dall’Università degli studi di Milano e con Fabio Ferrrari, presidente di Ammagamma, è stata quella di “non avere paura, ma di approfondirne le potenzialità per ottimizzare aspetti dell’attività imprenditoriale e capire come utilizzarla al meglio”.

Dalla transizione digitale alla transizione green, Match Point ha messo a confronto Mario Tozzi, primo ricercatore del Cnr e divulgatore scientifico, Francesco Rutelli, autore de ‘Il secolo verde’, Lucio Poma, capo economista di Nomisma. Con accenti diversi, hanno sottolineato la necessità di affrontare subito le sfide per fronteggiare i cambiamenti climatici e non subirne gli effetti negativi. L’invito è a non avere paura del cambiamento, a diventare sostenibili, e giocare d’anticipo, creando le nuove professionalità, i nuovi lavori, le nuove attività d’impresa necessari a gestire la transizione ecologica. “Bisogna accompagnare il nuovo, salvaguardando il vecchio. E un sistema associativo come Confartigianato ha enormi responsabilità nel gestire il cambiamento anche con il dialogo e l’interlocuzione con il territorio e i governi locali. Il futuro dell’homo faber è bellissimo e i nostri artigiani che sanno fare, se imparano nuovi linguaggi, hanno un grande futuro”.

Dopo la firma del protocollo d’intesa tra Confartigianato e Anci, è intervenuto a concludere i lavori di Match Point il Ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso il quale ha elencato i provvedimenti già varati e quelli in arrivo per favorire le transizioni green e digitali e lo sviluppo delle piccole imprese.
“Il modello italiano – ha detto il Ministro Urso – una volta considerato una anomalia in una globalizzazione dove tutti puntavano alle dimensioni delle imprese con l’allungamento a dismisura di filiere produttive, ha dimostrato appunto di essere un modello, portando in evidenza le caratteristiche del nostro sistema fatto in gran parte di piccole e medie imprese. Per questo penso possiamo guardare con fiducia al futuro. Per fronteggiare meglio i problemi che tutti voi imprenditori vi trovate, con l’aumento anche dei tassi di interesse delle banche, vi preannuncio che nella prossima manovra economica faremo una riforma del fondo di garanzia, con l’obiettivo di assicurare una migliore tutela delle micro e piccole imprese in una fase di rinnovate tensioni sul fronte creditizio che nessuno si aspettava a questo livello perché nessuno si aspettava che la Bce arrivasse a questo livello di tassi”.
Secondo il Ministro, semplificazione e innovazione sono “i due binari su cui deve correre il treno Italia” e “il disegno di legge delega” sul riordino degli incentivi “sarà approvato prima che la manovra inizi il percorso parlamentare e, quindi, entro ottobre” “Avevamo trovato un sistema di incentivi che era una giungla inestricabile – ha ricordato – quasi duemila incentivi nazionali e regionali. Abbiamo censito 229 incentivi nazionali e 1.757 incentivi regionali, alcuni duraturi e altri per pochi mesi. Abbiamo fatto un disegno di legge delega senza voti contrari. Anche in un clima di contrapposizione come quello attuale se una cosa è buona è buona”.
Materie prime critiche, tecnologia digitale, intelligenza artificiale e tecnologie green “sono le vie del futuro”. Il ministro delle Imprese e del made in Italy ha spiegato che “i collegati che mi appresto a presentare in Cdm per la manovra delineano la politica industriale del futuro. Un collegato sarà sull’intelligenza artificiale, la meccanica quantistica, blockchain e le nuove tecnologie di frontiera. Il secondo collegato è sull’economia del futuro, sulla space economy. Siamo una grande potenza spaziale, la sesta globale, l’unica capace di competere. E un altro collegato sulla blue economy”.
E ancora, il Ministro Urso ha aggiunto: “Con gli altri ministri competenti ho firmato il dpcm che rende operativa la certificazione dei crediti di imposta di ricerca e sviluppo con un albo dei certificatori. Le imprese potranno finalmente avere certezza sulla corretta qualificazione delle attività. Si superano così i dubbi applicativi che hanno caratterizzato la misura sin dalla sua introduzione, essendo questa una nuova frontiera incentivante” e che hanno “generato diffusi recuperi in sede di accertamenti”. “Questo è un provvedimento che era molto atteso e penso che possa restituire fiducia al mondo imprenditoriale su questa misura agevolativa”.
Altro fronte quello del ddl made in Italy. La misura sull’affiancamento dei lavoratori neo-pensionati o pensionandi come tutor per i nuovi assunti è stata eliminata dal disegno di legge sul made in Italy, ma il ministro delle Imprese e del made in Italy, vorrebbe introdurla nella legge di bilancio. “Abbiamo dovuto rinunciare al passaggio generazionale in quella legge, siamo impegnati per farla nella manovra”. Nelle piccole imprese artigiane “prevediamo che per i primi due anni sia possibile formare con colui che esce dal lavoro chi entra”, spiega il ministro aggiungendo che “i maestri del made in Italy la cosa più significativa che possono fare è insegnare a un nuovo addetto quello che sanno fare”. Il ministro ha indicato inoltre che la legge quadro sul made in Italy “sarà approvata dal primo ramo del parlamento nell’arco di un mese per essere poi definitivamente approvata – è l’auspicio – prima dell’iter della manovra”, quindi entro fine anno.

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