Obbligo della dichiarazione nutrizionale: chiarimenti interpretativi sulle esenzioni

 

La circolare Interministeriale del 16 novembre scorso ha chiarito quali attività sono esonerate dall’obbligo di apposizione sui prodotti alimentari dell’etichetta nutrizionale, divenuta obbligatoria per i prodotti confezionati a partire dal 13 dicembre scorso.

L’esenzione riguarda gli alimenti non preimballati (cioè venduti sfusi), imballati o incartati su richiesta del consumatore nei locali nei quali avviene la vendita, oppure preimballati negli stessi locali per la vendita diretta in altro luogo.

Sono inoltre esonerati tutti gli alimenti preimballati che abbiano contemporaneamente tre requisiti:

  • siano realizzati in piccole quantità
  • siano forniti al consumatore direttamente dal produttore o per il tramite di strutture di vendita/somministrazione strutture di vendita al consumatore siano ubicate in un raggio territoriale locale.

Per quanto riguarda la piccola quantità, si deve intendere la produzione effettuata dall’impresa classificata come micro impresa, che è quella che occupa meno di 10 persone che ha un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore ai 2 milioni di euro. Per il calcolo degli occupati si devono sommare i proprietari gestori, i soci che svolgono attività nell’impresa, i collaboratori familiari, i dipendenti e le altre figure che per la legislazione sono considerati dipendenti. I lavoratori sono calcolati in Unità di Lavoro Annuo (ULA), cioè prestatori di lavoro a tempo pieno -o frazione ULA qualora a tempo parziale- nell’anno in questione. Per il calcolo degli occupati e dei dati di bilancio si fa riferimento all’ultimo esercizio contabile chiuso e sono calcolati.

Per rientrare nell’esenzione i due requisiti dimensionali (occupati e fatturato e/o attivo) devono entrambi rispettare i limiti richiesti.

Il superamento di uno dei requisiti fa perdere la qualifica di micro impresa (e dunque il diritto all’esenzione dall’obbligo dell’etichettatura con i valori nutrizionali) solo se esso si protrae per due esercizi successivi.

Relativamente al requisito della fornitura diretta o tramite altre strutture, si intende la vendita del prodotto nella sede di produzione o attraverso altre strutture di vendita al dettaglio, quali supermercati, negozi, chioschi, ecc. e/o strutture parificate come mense, scuole, ospedali e similia.

Sono da escludere dall’esenzione i prodotti che sono ceduti a strutture di vendita all’ingrosso o che svolgono attività da intermediari nella commercializzazione, quali ad esempio le centrali di acquisto della Grande Distribuzione Organizzata (GDO).

Per quanto riguarda il terzo punto, cioè il raggio territoriale entro il quale possono essere ubicate le strutture di vendita al dettaglio o di somministrazione per il prodotto in regime di esenzione, queste possono trovarsi nel territorio della stessa provincia dove opera l’impresa produttrice e in quello delle province confinanti.

Terminata l’illustrazione in chiave interpretativa il contenuto della circolare Interministeriale, è opportuno fare alcune considerazioni. Innanzitutto, rimaniamo convinti che l’esenzione rappresenta un alleggerimento per quelle piccole attività che in alcuni casi non avrebbe avuto senso obbligare a delle procedure comunque impegnative dal punto di vista organizzativo. Tuttavia, è anche utile ricordare che la normativa che disciplina l’apposizione in etichetta dei valori nutrizionali degli alimenti, può essere letta anche in chiave di opportunità per la sua capacità di trasmettere al consumatore delle informazioni chiare sulle caratteristiche dell’alimento messo in vendita, e tutti sappiamo quanto ciò possa essere ritenuto importante da parte di alcuni clienti.

A tale riguardo, ricordiamo che Confartigianato Alimentazione, attraverso una partnership con un’impresa specializzata, la Made in Italy slc, ha creato un prodotto per la elaborazione delle etichette, servizio Primo Label, che, con una procedura semplice, intuitiva e allo stesso tempo completa nei contenuti e gradevole esteticamente, consente a chiunque di trasformare il contenuto delle proprie “ricette alimentari” in etichette con tutti i valori nutrizionali richiesti dalla norma (più molto altro contenuto opzionale), dando ai propri prodotti un maggiore valore qualitativo. Il tutto, esclusivamente per i soci Confartigianato, al costo di 80€ + IVA all’anno. Ecco perché riteniamo utile suggerire a tutti, ma in particolar modo in alcuni casi e situazioni, di aderire volontariamente all’etichettatura dei propri prodotti con i valori nutrizionali, scegliendo di rinunciare all’esenzione ma evitando in questo modo i controlli volti ad accertare l’esistenza di tutti i requisiti legati al rispetto dei limiti dimensionali/distributivi.

Per informazioni ulteriori chiamare la sig.ra Rita Perra allo 070 653220